Giorno 6: Medellin - prima tappa Comuna 13
Oggi giro per la città tristemente famosa per le vicende legate al narcotraffico, oggi completamente trasformata e orgogliosamente desiderosa di mostrarsi diversa dalla fama che ancora la precede.
La simbologia dei murales è ricca: l'elefante perché non dimentica e ha senso del branco, il colibrì rappresenta gli elicotteri, lo scarafaggio I carri armati, la fenice la rinascita, il giaguaro è l'animale che rappresenta la Colombia e il leone la forza.
Pranzo all'interno della Comuna a casa di una donna con una storia incredibile : i narcos le hanno rapito Il figlio quando aveva 8 anni, lei lo ha cercato per anni denunciando il fatto, I narcos Le hanno intimato di smettere o ne avrebbe patito le conseguenze, lei ha continuato e hanno ucciso il marito, lei ha continuato a cercarlo, le hanno bruciato la casa, ha continuato ed è finita sul giornale.
L'Hotel si trova nella zona più esclusiva della città (Poblado) anche se non è niente di che.
La zona è molto verde con bellissimi palazzi, a metà di una collina.
Appena usciti abbiamo visto dei pappagalli ara volare, impossibile fare la foto, ma erano bellissimi.
Tutta Medellin sarebbe molto verde se le zone in cui vengono costruite baracche in mattoni e lamiere non stessero crescendo e se l'amministrazione locale per costuire case di edilizia popolare non costurisse dei grattacieli di 35/40 piani.
L'amministrazione comunale ha fatto un lavoro enorme per aiutare la popolazione delle zone più disagiate, anche se ancora le zone simili a favelas sono moltissime e il centro della città, meno fatiscente è comunque molto degradato.
Fra gli interventi del comune ci sono la metro (totalmente fuori terra e pulitissima), la teleferica che attraversa la città con diverse fermate per migliorare la mobilità in città offrendo al tempo stesso ai turisti una vista panoramica a 360° e una fitta rete di autobus.
Siamo andati alla Comuna 13, una zona della città in cui si rifugiavano i narco trafficanti e dove venivano reclutati/rapiti bambini dagli 8 ai 15 anni per arruolarsi nelle bande dei delinquenti.
Nel 2002, prima in maggio (fallendo) e poi finalmente in ottobre, il governo locale è riuscito, anche supportato dagli stati uniti con elicotteri e carrarmato, dopo 3 giorni di combattimenti da vera guerra urbana a liberare la zona e da allora ha intrapreso un percorso per urbanizzare quella che di fatto è, purtroppo, ancora, una favela.
Non c'è più delinquenza, è un brulicare di persone che vende cibo e bevande, ricordi e gadget di ogni tipo, in un susseguirsi di murales ai colori sgargianti, musica assordante, profumi e colori, voci e balli da far girare la testa.
L'insieme è divertente e stancante ad un primo sguardo, un po' triste al secondo pensiero visto comunque come vivono gli abitanti della comune e in generale della città, a parte i super ricchi di Poblado.
A seguire foto prese qua e la nel girovagare fra I colori e i suoni
Qui siamo poco oltre la metà del percorso
I tre fondatori do Comuna 13 all'inizio erano solo 3 case e una chiesa, a cui hanno cominciato ad aggiungersi le baracche di mattoni, cartone e lamiera fino ad occupare tutta la collinaQui tutto è colorato, anche le case in costruzione come si vedrà..
Ad un certo punto il governo ha fatto un programma simile a quello dei pentiti di mafia in cui prometteva riduzione di pena a chi si consegnava, suo figlio si è costituito, ha visto la foto della mamma sul giornale (o forse viceversa ha visto la foto e si è costituito), ha cominciato a chiedere di vederla e dichiarare che lui era il figlio di quella donna.
Dopo molte peripezie la madre è riuscita a provare che effettivamente quell'uomo era suo figlio. A quel punto è stato rilasciato.
Ora la signora ha un "ristorante" in una viuzza fuori dal passaggio dei turisti dove abbiamo mangiato. Una panca, 6 sedie, il water dietro una tenda, menu di 3 portate, minestra di 3 tipi, carne ai ferri.
Semplice, molto buono, poco turistico in senso stretto.
Il giro è stato impegnativo, caldo, tantissima gente, musica a palla, scale e salite...
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